Mi passa davanti col passo incerto delle vecchiette.
Mi vede e mi guarda.
Continua a guardarmi.
Faccio finta di niente, la seguo con la coda dell’occhio.
Prosegue.
Continua a guardarmi.
Occhi fissi su di me ma dietro agli occhiali da sole - che poi, chi lo sa? Magari mica sono a fuoco io…
Collo che si torce in un impasto di grinze, mani strette a pugno e a ciondoloni.
Mi giro quando non resisto più alla necessità di ricambiare la presunta occhiataccia; ma non abbiamo manco una frazione di secondo per incrociare gli sguardi: si gira pure lei.
Prosegue, non si volta.
Mi insegue la domanda: “Come si fa a distogliere lo sguardo così?”.
Io guardo sempre indietro, due o tre volte, almeno.